A tripoli si combatte, lo si fa per le strade, tra i quartieri residenziali, e per le vie del centro.
Uno scontro senza sosta, che dura ormai da anni. Una nuova primavera araba o la solita guerriglia senza fine? Tanti i libici in fuga, tra loro migliaia di altri africani fuggiti da troppe guerre sparse su tutto il continente equatoriale.
La Spagna tiene duro tentando di accogliere chi può, diventando la nuova Germania. Diversi commissari Europei la elogiano: gli iberici ce la stanno mettendo tutta, aprendo i porti e cercando di accogliere, per quanto possibile, i tanti in arrivo da sud.
L’Italia, di contro, si trova in una posizione di stallo, con un governo spaccato in due, con l’europa che preme per sanzionare Orban e con una commissione Onu pronta a valutare quanto il nostro paese sia conforme ai trattati siglati in passato.
Le Nazioni Unite, organizzazione internazionale di cui facciamo parte, hanno inviato una commissione per controllare di persona quanto l’Italia stia svolgendo i propri compiti di porta dell’Europa sul Mediterraneo nel rispetto dei diritti umani di cui si è fatta portavoce per anni.
Il Ministro dell’interno replica amareggiato ma con poca enfasi, conscio del pericolo istituzione che corre per suo conto e per conto dell’intero paese. Le uniche dichiarazioni di Salvini si fermano all’ennesima minaccia di tagliare i fondi all’organizzazione. Un’ammonizione ufficiale da parte dell’Onu porterebbe con se non pochi problemi, dalle sanzioni economiche all’instabilità finanziaria. Anche la Farnesina si pronuncia, denunciando l’infondatezza dell’accusa. I dubbi rimangono, sopratutto sul trattamento verso le ong spalleggiate dall’organizzazione governativa internazionale.
I due partiti della coalizione al governo, nel frattempo, si stanno spaccando, con un ritorno in campo di Di Battista, voce grossa dei 5 stelle, intento a riportare un po di umanità tra le fila del suo schieramento. L’Europa stessa mette zizzania in maggiornaza, chiedendo uno schieramento chiaro e preciso verso i comportamenti Ungheresi. I grillini sono a favore di un sanzionamento di Orban, i leghisti, logicamente no. Ora un dubbio potrebbe attanagliare i milioni di votanti in Italia: come è possibile che un partito con meno del 20% dei consensi possa far la voce grossa contro il suo compagno di coalizione con più del 30%. Ricatti politici e democrazia non vanno di pari passo.
Il caso Diciotti, per suo conto, prosegue la sua strada mediatico-giudiziaria. Circa 70 richiedenti asilo son scappati dai centri assegnatigli, alcuni sono stati ritrovati alla frontiera francese. Il sistema d’accoglienza non sta funzionando al meglio e l’Italia rimane sempre e comunque un paese di transizione. Si aspettano le novità da Berlino, per un nuovo accordo con cui, si spera, la nostra nazione non rimanga sola nel Mediterraneo.
Anche la Sardegna inizia a lamentarsi dei pochi barchini arrivati, trovando la forza di produrre un appello. Il totale degli sbarcati negli ultimi giorni tocca la quota di 42 persone. A Lampedusa ne arrivano il doppio quasi ogni giorno. Gli Europarlamentari sardi hanno il tempo di preoccuparsi di piccoli avvenimenti che fanno notizia, contro i grandi problemi che attanagliano la loro regione ma che purtroppo risultano meno considerati dalla stampa.
(foto: Tripoli nel 2016)
Articolo e foto a cura di Andrea Mignogna