Intervista Esclusiva a Simone Coccia, ora direttore della Casa del Soldato un museo con reperti antichi.
D: Com’è nata la casa del soldato?
R: L’idea di realizzare la casa del soldato, è nata da una passione che ho sin da quando ero bambino. Mi piacevano i soldatini, simulavo le battaglie, e non appena sono entrato alle scuole elementari ho cominciato a studiare la storia in quanto è una materia che mi ha sempre affascinato. Ho proseguito gli studi per tantissimi anni senza mai lasciarli, ad oggi sono divulgatore illustratore restauratore e ricercatore di cimeli mobili della grande guerra nella regione Veneto, essendo munito di un patentino che consente la ricerca e la detenzione di alcuni reperti a scopo didattico e illustrativo.

D: Quanti pezzi originali ci sono all’interno?
R: All’interno del museo itinerante la casa del soldato, tutti reperti presenti sono originali e provenienti dalle zone in cui si è combattuta la grande guerra, tutti oggetti appartenenti ai soldati sia italiani che austriaci.

D: Di te si conoscono i trascorsi come spogliarellista del passato vuoi raccontarci qualcosa?
R: In passato sono stato spogliarellista animatore, ho girato gran parte dei locali di tutta Italia e anche all’estero, era un mondo che mi affascinava ma come sempre la mia passione l’ho portata avanti senza mai lasciarla indietro. Ad oggi mi dedico solo ed esclusivamente a questa passione.
D: Ti definiscono il toy boy della senatrice PD, per via della notevole differenza d’età. Ma dietro a quanto pare c’è una storia bella,e duratura. Condivide con te il museo la casa del soldato, oppure è una cosa solo tua?
R: La gente può definire come ti pare, ma alla luce dei fatti sono quasi sette anni che sono fidanzato con la mia compagna, con la quale il rapporto oltre che essere duraturo e anche ricco di emozioni e di tantissima felicità reciproca. Certamente che la mia compagna condivide la mia passione in quanto all’interno di essa sono racchiusi degli eventi storici che riguardano tutti quanti noi. Portare in alto la memoria dei nostri eroi è nostro compito.

D: Come state vivendo questa pandemia?
R: Chiaramente la pandemia è stata un ostacolo per tutti quanti noi, la viviamo serenamente stando attenti e rispettando quelle che sono le normative di distanziamento sociale, ci dedichiamo a quelle che sono le nostre attività lavorative con la speranza che questa situazione termini il più presto possibile.
D: Che progetti hai per il futuro?
R: Il mio progetto sostanzialmente l’ho realizzato, dedicarmi al museo itinerante sulla grande guerra facendo attività didattiche e illustrative, e continuare a portare avanti la memoria dei nostri eroi, attraverso le visite guidate, attraverso manifestazioni, cerimonie commemorative, Includendo anche gli istituti scolastici di tutta Italia e tutte le persone curiose e appassionate.