Conte a Mattarella: chiarimento politico in Parlamento. Per la nuova maggioranza spunta il gruppo Maie. Ma non è ancora scontato che Conte vada alla conta. Il Colle però è stato chiaro: no a soluzioni “raccogliticce”. Il Pd: “No al governo con il Centrodestra. Renzi? Inaffidabile”
Il premier Giuseppe Conte sale per il secondo giorno consecutivo al Quirinale, prende l’interim del ministero delle Politiche Agricole, lasciato da Teresa Bellanova, e assicura al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la volontà di parlamentarizzare la crisi come chiesto a gran voce dall’opposizione ma anche dalla maggioranza. Ma non è ancora scontato che Conte vada alla conta. Il Colle però è stato chiaro: no a soluzioni “raccogliticce”.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha espresso la sua intenzione di andare al più presto in Parlamento per “l’indispensabile chiarimento politico”, mediante comunicazioni, sulla crisi in atto provocata dallo strappo di Renzi. Il presidente del Consiglio dovrebbe tenere le proprie comunicazioni in merito alla crisi di Governo lunedì pomeriggio alla Camera e martedi mattina al Senato.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “ha preso atto – si legge in un comunicato del Quirinale – degli intendimenti così manifestati dal presidente del Consiglio”. E, sempre in un comunicato del Colle, si legge che il presidente della Repubblica “ha firmato il decreto con il quale, su proposta del presidente del Consiglio, vengono accettate le dimissioni rassegnate dalla senatrice Teresa Bellanova dalla carica di ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali – il relativo interim è stato assunto dal presidente del Consiglio – dalla prof. Elena Bonetti dalla carica di ministro senza portafoglio e dell’on.
No a Iv, spunta il gruppo Maie
Grandi manovre sono in corso soprattutto al Senato, dove i 18 senatori Iv erano determinanti, per mettere in piedi l’operazione ‘responsabili’ che stabilizzi la maggioranza. Secondo quanto si apprende, un gruppo pronto a votare la fiducia si aggregherebbe intorno al Maie, il movimento degli italiani all’estero, e un altro polo sarebbe centrista. Dalla maggioranza trapela ottimismo sull’esistenza di una maggioranza alternativa dopo la rottura di Matteo Renzi. Pd, M5s e Leu blindano il premier che chiude con Renzi, la cui “inaffidabilità politica” Nicola Zingaretti certifica davanti ai dem che però chiedono ai responsabili, se ci sono, di uscire allo scoperto. Clemente Mastella, che tira le fila dell’operazione con la consorte Sandra Lonardo, rassicura: “Non cerco i responsabili con il lanternino, ma ci sono. Come i vietcong. E per il sostegno a Conte prima eravamo a meno quattro, poi a meno tre, ora a meno due”.
L’ipotesi del voto a giugno
Ormai i rapporti con Iv sembrano definitivamente rotti. E anche il Pd aveva avvertito sul rischio elezioni, apre la porta ad una nuova maggioranza con Conte. “Nel passato – chiarisce il capodelegazione dem Dario Franceschini – il termine responsabili indicava una negatività, non è più così. Siamo in un sistema parlamentare in cui le maggioranze di governo si cercano in Parlamento, apertamente, alla luce del sole e senza vergognarsene. E così sarà anche questa volta”. Intanto, capigruppo di Camera e Senato si riuniscono, e l’opposizione – con Meloni, Salvini, Tajani, Lupi, Toti e Cesa – convoca un vertice dove ci si appella al Colle e si indica il voto come unica via praticabile. “Si vota in tutta Europa, la democrazia non si può rimandare all’infinito”, dice la Meloni.